Indice dei contenuti
La plastificazione cartotecnica è un processo di accoppiamento fra carta stampata oppure neutra più film di altri materiali quali polipropilene, poliestere o acetato di cellulosa.
E’ possibile plastificare il cartone che si utilizzerà per astucci e scatole o espositori per ottenere un materiale più rigido e resistente. A volte viene scelto questo processo per dare una rifinitura particolare al materiale. Alternativamente, per il settore alimentare, la plastificazione alimentare permette il contatto diretto, senza danneggiamenti dell’imballo, come per esempio, vaschette alimentari. La plastificazione avviene su specifiche calandre e può essere fatta sia da entrambi i lati del cartone che su una superficie unica.
La plastificazione viene applicata per ottenere packaging idoneo al contatto alimentare, quando il prodotto è cremoso e potrebbe danneggiare il cartone. A volte, però viene utilizzata per dare un effetto particolare al packaging per ottenere scatole di lusso per settori legati al lusso, come il cioccolato o le bevande alcoliche oppure l’oreficeria.
Questa lavorazione migliora le caratteristiche tecnico-fisiche del supporto e conferisce allo stampato maggiore brillantezza od opacità a seconda che venga scelta plastica lucida o opaca.
Esistono anche plastificazioni di tipo antigraffio/soft touch, goffrate o telate per packaging di qualità.
Si considerano plastificazioni anche gli accoppiamenti a film metallizzati, pensati per modificare l’impatto visivo del prodotto attraverso effetti particolari, che sfruttano la trasparenza degli inchiostri offset in relazione alla rifrazione dei materiali utilizzati.
Se si sceglie una plastificazione con acetato di cellulosa (compostabile), si può ottenere un prodotto completamente biodegradabile. La bassa percentuale di plastificazione permette comunque di smaltire il pack nella carta per il riciclo, evitando lo smaltimento in indifferenziata.